NOSTRA MADRE

La relazione con la madre sta alla base di tutte le relazioni

Negli ultimi quattro-cinque anni, nei suoi seminari  e nelle sue conferenze, Bert Hellinger ha sempre sottolineato la grande importanza della madre e ne ha rilevato la sua centralità.

Mediante l’osservazione e l’esperienza Bert e Sophie Hellinger si sono richiamati al fatto che quando un bambino subisce una separazione traumatica dalla madre (per es. il taglio cesareo o una malattia) questo reagisce in seguito ritraendosi dalla madre.

Nelle costellazioni possiamo osservare questo modello di comportamento, che cioè il rappresentante del figlio si ritrae al cospetto della madre. Ciò significa che “ la fiducia primaria del bambino nei confronti della madre è disturbata e pertanto anche la fiducia nella vita stessa”. Finché rimaniamo attaccati alle immagini dolorose dell’infanzia,perdiamo di vista l’essenziale.

Chi non è in grado di andare verso la propria madre, non è neppure in grado di andare verso il partner. Chi si ritrae sceglie di “ restare solo”.

Chi resta fermo e aspetta, aspetterà a lungo.

In conclusione: Senza madre nessun partner, senza madre nessun successo nella professione e nella vita.

La madre è dunque la persona centrale per una vita felice e di successo.

L’ordine fondamentale della vita è: I genitori danno la vita e il figlio/a la prende.

Non spetta a noi criticare i genitori, qualunque sia stato il loro comportamento. I genitori sono sempre grandi e i figli rimangono piccoli al loro cospetto.

Chi conosce queste leggi della vita, ne fa uso e vive con questa consapevolezza, si risparmia una quantità di problemi che nascono dall’aver trasgredito quest’ordine.

L’esercizio di portare a termine “il movimento verso la madre”,o meglio di  recuperarlo, è la base per la successiva riuscita nella vita.

Possiamo osservare che questo movimento verso la madre ci chiede molto e tuttavia è la chiave per la felicità ed il benessere.

CHI NON ARRIVA ALLA MADRE, NON VA DA NESSUNA PARTE”

Per ciascuno esiste solo un’unica madre e questa è insostituibile, qualsiasi cosa noi le possiamo rinfacciare. Perseverando in questo atteggiamento, rimarremo imbrigliati nella staticità della vita.

Tuttavia ciascuno è libero di liberarsi di questi limiti e di guardare quello che nostra madre ci ha realmente dato. E cioè la vita, perfino a rischio della sua stessa vita.

E’ questo ciò che conta e che ci può condurre su un altro piano: al grazie per la vita.

Il movimento verso la madre ci porta verso

più amore, più vita, più capacità, PIU’   SUCCESSO 

LA MADRE NELLA  FILOSOFIA APPLICATA DI BERT HELLINGER

Negli ultimi quattro, cinque anni Bert Hellinger, nei suoi seminari, ha sempre evidenziato la centralità della figura materna. Nel 2008 si esprimeva in questi termini: la madre è la “diretta emanazione di Dio”

Soprattutto nei suoi seminari sul tema: “Successo nelle aziende e nella professione” negli anni 2009 e 2010 Hellinger iniziava molte costellazioni mettendo di fronte alla persona richiedente una donna: “ Questa è la tua azienda.” Poi attendeva che si mostrasse un primo movimento, spesso un semplice indietreggiare laterale. Poi toglieva la rappresentante dal suo ruolo e al suo posto ne metteva un’altra: Questa è tua madre” E, si poteva esserne certi, si mostrava lo stesso movimento.

Invece della “tua azienda” o “tua professione”, Hellinger avrebbe potuto dire “il tuo successo”. In altre costellazioni lo ha anche fatto. Oppure “il tuo partner”, quando non si trattava di una domanda relativa alla professione ma alla relazione di coppia. Chi non è capace di andare verso la madre, non sarà neppure in grado di andare verso un partner. Chi si ritrae, sceglie di restare solo.  Chi resta fermo ad aspettare, aspetterà a lungo. Senza madre  nessun partner, senza madre nessun successo nella professione.

Si può dunque dire che la relazione con la madre è la madre di tutte le relazioni.

Guardiamo ora indietro nel tempo alle costellazioni familiari sistemiche classiche. Avevamo appreso come prima cosa a rispettare e ad onorare i genitori. Ad andare al cospetto del padre e  a dire chinando il capo,” ti do l’onore”. Questa è stata per molti una sfida incredibile. Andava contro tutto ciò che avevamo appreso 

nelle forme moderne di terapia. Questo tornare indietro, questo rivolgersi ai genitori è stato per alcuni una dura scuola e continua ad esserlo anche oggi per molti di coloro che non hanno familiarità  col lavoro di Hellinger.

I genitori danno e i figli prendono.  Questo è l’ordine e se noi viviamo con questa consapevolezza,  ci risparmiamo una quantità di problemi  cui andremmo incontro non rispettando questo ordine. In primo luogo i nostri genitori ci hanno dato la vita.  Comunque siano stati e qualsiasi cosa abbiamo fatto o non fatto: essi ci 

hanno concepito e nostra madre ci ha partorito. Senza di loro non ci saremmo. Essi hanno fatto come i loro genitori e questi, a loro volta, come i genitori dei genitori.

Rivolgersi ai genitori ha immancabilmente una dimensione religiosa. Se guardiamo a loro, guardiamo anche alla generazione dietro di loro. Guardiamo nella direzione dalla quale la vita è giunta fino a noi. Guardiamo nella direzione dalla quale viene tutta la vita, anche se la sorgente di questo flusso rimane nascosta dietro l’orizzonte.  Nel lavoro delle costellazioni familiari classiche  di regola la  portata dello sguardo arriva fino alla terza o quarta generazione.

In questo modo di lavorare il “movimento interrotto” è stata una eccezione per la quale Bert Hellinger ha fatto riferimento alla “terapia dell’abbraccio” . Oggi Hellinger  tende piuttosto a partire da un caso ricorrente, cioè da una separazione dalla madre vissuta dal bambino traumaticamente, alla quale poi il figlio reagisce ritraendosi dalla madre. Nelle costellazioni possiamo infatti osservare  che il cliente o il suo rappresentante retrocede davanti alla madre.

Si può dire che la fiducia primaria  del bambino nei confronti della madre è stata disturbata e con essa anche la fiducia primaria nella vita. L’esercizio di Hellinger, cioè di percorrere la “via verso la madre” non è forse il rimedio universale dei nostri problemi, ma è una base. Chi non riesce ad arrivare alla madre, non arriverà da nessuna parte.

Non va interpretata come una terapia, un farmaco, o una psicoterapia: semplicemente, avendo capito come funzionano “Gli Ordini dell’Amore” e la realtà della nostra risposta possiamo affrontare con maggiore consapevolezza e cognizione di causa quello che ci capita.

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